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Tanti auguri Blog!

Il blog è stato considerato per lungo periodo il massimo strumento di content marketing, non solo il più emblematico ma anche il più performante. Negli ultimi anni l’evolversi dei canali digitali, costante ed inesorabile, ha portato alla nascita di nuove forme di content, fino ad allora considerate semplicemente dei canali per la diffusione.
Uno studio condotto dal Content Marketing Institute, rivolto ad indagare l’approccio a questa tipologia di marketing da parte di content strategist e manager, dimostra infatti che più del 90% di questi predilige tra le diverse tipologie di contenuti proprio quelli social che risultano essere dunque i più utilizzati all’interno di strategie di marketing mix.

La storia del blog ha visto alti e bassi ma in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un ritorno in auge di questo strumento, un tempo screditato perché troppo diffuso, poi dimenticato, vediamo quindi quindi perchè rappresenta ancora uno strumento immancabile nella propria strategia di comunicazione (e non solo!).

La storia del blog

La data del 18 Luglio 1997 è stata universalmente eletta come data di nascita putativa del blog,o meglio del proto blog, con lo sviluppo del software deputato alla pubblicazione. Il primo e proprio blog, così come lo conosciamo oggi, venne pubblicato nel Dicembre dello stesso anno. Fu allora che un appassionato di caccia, spinto dalla necessità di condivisione, cominciò a raccogliere e pubblicare i link ad altri siti che trattavano lo stesso argomento.
Nella sua prima versione dunque si trattava esclusivamente di pagine piuttosto spoglie, popolate esclusivamente da link e brevi descrizioni, ma caratterizzate da un’importantissima (e discriminante) novità: la possibilità di aggiungere dei commenti da parte dei lettori.

Nei 10 anni successivi la potenzialità di dialogo, ma soprattutto di confronto, ha affascinato gli utenti (allora digiuni di social network) così che il numero di blog è cresciuto vertiginosamente trasformando questo prodotto in un vero e proprio diario personale. Così gli aspetti tecnici del proprio hobby si mescolavano a quelli della vita quotidiana, si creano amicizie (ed anche amori!) e si instaurarono rapporti di confronto e scambio, di assistenza e supporto. In quegli anni, fino al 2010 circa, il “blog” rappresenta per tutti uno strumento comunicativo altamente personale, lontano dal mondo del business, privo di interesse di marketing. Ma la crescita del numero dei blogger ma soprattutto dei loro “followers”, che dimostra anche l’interesse verso questa forma di dialogo, cominciò ad essere seguita e guardata con interesse anche dalle aziende dai brand.

blog

Numero di blog realizzati su Tumblr in milioni. Fonte Tumblr.

Gli anni intorno al 2012 videro quindi la nascita di nuovi blog a scopo commerciale e la coesistenza per un primo periodo con quelli personali. Con il diffondersi dei social networks ed il loro moltiplicarsi l’interesse prettamente personale si è spostato su di essi con il conseguente abbandono della piattaforma di blogging, questo si può spiegare con il fatto che i social siano stati pensati non solo per la condivisione di esperienze e/o opinioni ma soddisfano quella necessità egocentrismo nella sua accezione neutra.
Se social networks e blog offrono entrambi all’individuo (non più solo utente) la possibilità di condivisione e dunque far fronte a questa esigenza sociale, solo i primi rispondono alla necessità di esibizione di sé e del proprio presunto sapere o opinione. La spasmodica ricerca di esibizione ha trovato tramite i canali digitali larga soddisfazione relegando invece allo strumento del blog, dal punto di vista dell’utenza, ”solo” il compito di informare e formare.
La voglia di manifestazione del proprio parere e del proprio sapere (sebbene non sia sempre impeccabile)affonda le sue basi sull’informazione stessa che viene desunta, guarda caso, sempre più spesso online e quasi sempre tramite blog, capaci di fornire dettagli tecnici e specifici che vengono assimilati e rielaborati secondo le esigenze, in forma più “digeribile”.

I blog ormaisono diventati punto di riferimento per l’informazione online e vengono gestiti, proprio perchè tecnici, da aziende e brand di settore.

Febbre da blog: perchè?

Alla fine del 2018 si contavano nel mondo 440 milioni di blog, dato che come abbiamo visto nel grafico precedente, è in costante crescita. Se a questo si aggiunge il fatto che dal 2018 al 2019 gli investimenti aziendali in strategie di content marketing sono cresciute del 41% e che l’80% di queste comprende un blog allora possiamo realmente capire il ri-crescente interesse nei suoi confronti, dopo il periodo 2011-2012. Ma come mai le aziende hanno rivalutato il valore di questo strumento? Cosa le ha spinte a rispolverare questo strumento considerato datato e per molti finito nel dimenticatoio?

La risposta, come spesso accade, non può essere trovata guarando solo verso una direzione ma piuttosto analizzando con attenzione prima i motivi che spingono l’individuo a ricercare informazioni/intrattenimento online, i canali che le offrono ed i benefici che il diffusore di queste trae dall’attività di diffusione.
La prospettiva risulta dunque essere ribaltata, non è più posto sotto il telescopio lo strumento blog o l’azienda che se ne occupa, ma il fruitore/individuo che è centrale nel processo.

3 motivi per cui gli utenti leggono i blog

  1. Come anticipato una delle prime risposte è proprio legata all’informazione ed al fatto che gli utenti, in un mondo digitale ricolmo di cattiva informazione e fake news, sentano sempre più il bisogno di trovare punti stabili e di riferimento per ottenere informazione ed informazione attendibile. Così il consiglio di un esperto, magari in presenza, è stato sostituito da un articolo online ugualmente firmato, più facile da raggiungere dall’utente perché abbatte il muro di professionalità che spesso lo blocca.
  2. Il blog tende a specializzarsi su specifici argomenti dando la possibilità all’utente interessato proprio in quegli argomenti di seguirlo e rimanere costantemente aggiornato, senza dover andare a cercare su un’infinità di siti generici ma potendosi “accontentare” di un paio di blog del settore. In questo risulta essere simile alle riviste cartacee, comparate con cadenza regolare in edicola, ma le somiglianze si esauriscono qui.
  3. Abbiamo parlato della parziale somiglianza ai magazines cartacei, a differenza di questi i blog offrono la possibilità di poter commentare ed interagire con l’articolo scritto. Se l’utente viene stimolato al commento, al feedback e in generale al confronto con il brand quello dei commenti (un po’ come succede sui social) è la via da lui prediletta perchè immediata e spontanea. Quello che l’individuo, in generale, ricerca è la possibilità di essere coinvolto e di esprimere una propria opinione perchè in questo modo la sua figura assume valore agli occhi l brand trasportandolo idealmente sul suo stesso piano.

3 motivi per cui le aziende dovrebbero avere un blog

  1. Rispondere a tutte le esigenze culturali e sociali che interessano l’individuo, animale socio-digitale, è fondamentale per offrirgli un’esperienza che questo non solo si merita ma che in un certo senso pretende. Lo strumento del log, come visto, risponde in maniera efficace, anche più dei social, ad alcune di queste.
  2. Una motivazione prettamente tecnica riguarda lo stretto rapporto tra blog e SEO, per cui questo consente di posizionare il proprio sito web con importanti keywords no brand proprio tramite le sue pagine. Nel caso in cui invece il blog sia posizionato su un dominio esterno al proprio sito migliora anche l link building esterna, rafforzando la link juice e rendendo il sito più attendibile. Si tratta quindi di uno strumento dalle grandissime potenzialità.
  3. Il blog si configura come un prodotto del brand, un servizio gratuito che viene “regalato” all’utente in cambio del suo interesse. Questa attività apparentemente scevra di scopi di lucro (non è finalizzata alla vendita nuda e cruda) viene ben vista dai motori di ricerca i quali premiano i siti che si adoperano per la soddisfazione del cliente nelle sue ricerche.

Si fa presto a dire blog

Ma il boom di nascite di nuovi blog si è accompagnato anche ad un peggioramento della qualità degli stessi. L’idea è allettante e forse troppo spesso viene dato per scontato il lavoro strategico e la dedizione necessarie affinchè si possano cogliere i frutti di questa attività. Così si assiste a blog con un numero esiguo di pubblicazioni, senza alcuna organizzazione e calendarizzazione. Argomenti troppo variegati o troppo specifici, post brevissimi, tone of voice incoerenti, per non parlare poi della poca attenzione dedicata alla struttura SEO ed alla struttura generale del post.

Si pensa forse che basti avere conoscenza per saperla trasmettere tramite questo canale, la verità è che, sebbene questa sia fondamentale, non può essere separata da tutti gli aspetti precedentemente presentati. Il rischio è quello di dedicare molto tempo a questa attività senza poi potere dei suoi benefici, per questo è importante non sottovalutare la portata dello strumento ma soprattutto della strategia entro cui questo si inserisce, come un pezzo all’interno di un puzzle più grande in cui nulla può essere lasciato al caso.