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Google acquista Fitbit e tutti i suoi dati: quali nuovi scenari si possono creare?

Da pochissimi giorni è stata ufficializzata l’acquisizione da parte di Google dell’azienda Fitbit, specializzata nel settore della progettazione e produzione dei dispositivi wearables (braccialetti fitness e smartwatch).

Fitbit e l’affare da due miliardi di dollari

Ciò ha generato grande soddisfazione da parte di Fitbit, il cui co-fondatore James Park ha affermato che “Google è il partner ideale per portare a termine la nostra missione. Grazie alle risorse di Google e alla sua piattaforma globale, Fitbit sarà in grado di accelerare l’innovazione nel campo degli oggetti connessi, realizzare maggiori economie di scala e rendere gli strumenti sanitari ancora più accessibili a tutti“.

Per la compravendita, Google ha speso oltre 2 miliardi di dollari, una cifra importante per riuscire ad aumentare la presenza sul mercato in questo settore, che sta diventando sempre più strategico nell’economia mondiale. L’intenzione di Google è quella di portare investimenti e sviluppi al proprio sistema operativo Wear OS, potendo sia collaborare con i vari produttori di wearables presenti sul mercato che, nello stesso tempo, creare nuove proprie soluzioni hardware e software.

Il mercato dei Big Data

Tale acquisizione lascia tuttavia parecchi scenari aperti. Il business di Fitbit, infatti, è basato prevalentemente sui dati: gli orologi ed i braccialetti fitness rilevano in tempo reale parecchie informazioni sull’utilizzatore (quanti passi fa, quanto dorme, il battito cardiaco, il peso, l’attività fisica, la pressione, talvolta il tipo di alimentazione e così via). Sono tutti dati che hanno un valore economico enorme: è infatti stimato che il mercato dei big data del settore salute ed healthcare attualmente valga 20 miliardi di dollari, ma tra cinque anni tale valore sarà addirittura triplicato. C’è quindi un business in costante aumento ed ora Google è diventato proprietario di tali dati, oltre a tutti quelli che saranno rilevati da oggi in poi. Ma quale uso ne farà?

Il patrimonio di dati di Google

Il garante della Privacy, Antonello Soro, è piuttosto allarmato e dichiara che “…il controllo di un così grande patrimonio informativo produce – come nel caso degli altri giganti del web – un potere abnorme nella disponibilità di pochi soggetti privati che incide negativamente sulla tenuta delle democrazie nel pianeta“. Ovvero, così come indicato dal Parlamento Europeo nel 2017, avere un’enormità di dati nelle mani soltanto di poche aziende può diventare un pericolo per la privacy, ma non solo.

Cosa ne farà Google di tutti questi dati?

Google ha comunque dichiarato che non userà i dati per le pubblicità e che tali dati saranno gestiti nel rispetto delle politiche sulla Privacy, ma, nonostante questo, ci si chiede cosa abbia in mente il colosso californiano. Ottenere un’ampia serie di dati personali relativi alla salute di un utente, unito al resto delle attività già presenti per l’azienda, può far sì che Google possa tracciare una grossa fetta delle abitudini e delle attività di una persona, conoscendo quindi quasi tutto ciò che faccia (interessi, ricerche, acquisti, attività fisiche, movimenti, sonno, ecc.).

Per questo ci si sta chiedendo come Google otterrà nuovi filoni di business e viene ipotizzato che possano essere creati prodotti relativi alla salute oppure all’alimentazione, combinando tutte le informazioni di cui dispone e riuscendo a coinvolgere tutti gli attori necessari.

I Big Data e il Settore Sanitario

Fitbit infatti collabora da anni con importanti partner nel lato sanitario, quali compagnie di assicurazione sanitaria, programmazione di benessere aziendale ma anche alcune entità governative, pertanto Google potrebbe trarre grande vantaggio dall’esperienza e dalle relazioni di Fitbit nel lavorare a fianco di attori interessati al mondo della sanità per sviluppare ulteriormente le proprie strategie sui dispositivi wearables. In questo modo Google riuscirebbe a mettere in relazione i propri canali di distribuzione e le capacità hardware e software con i grossi partner del mondo della sanità, ottenendo un puzzle completo per gli scopi auspicati, ovvero “riuscire a creare strumenti che permettano alle persone di migliorare le proprie conoscenze, la salute, la felicità ed il successo, facendo attenzione alla privacy e alla sicurezza”, così come affermato pochi giorni fa da Rick Osterloh, vicepresidente nel settore Dispositivi e servizi di Google.

Fitbit e Alexa

Un’altra questione importante da tenere d’occhio è quella relativa all’assistente vocale, Fitbit ha iniziato a implementare sui nuovi dispositivi, come Versa 2, l’integrazione nativa con il suo maggior competitor, Alexa di Amazon, facendo diventare lo smartwatch ancora più smart con alcuni funzioni come il controllo delle luce della casa e anche altri tanti oggetti collegati all’IoT.

A questo punto Google dovrà fare una scelta: mantenere i dispositivi Fitbit attualmente come sono e probabilmente iniziare a creare i suoi propri smartwatch, magari chiamandoli Pixel Watch, oppure seguire quello che ha iniziato Fitbit cambiando solamente l’assistente nativo con l’implementazione di Google Assistant.

Restiamo in attesa quindi di capire cosa porterà questa acquisizione nei prossimi mesi e nei prossimi anni e staremo a vedere come si evolverà il settore healthcare a livello digitale. Lasciamo a Google la risposta!

 

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